L’imagologia è uno dei campi di studio della comparatistica letteraria sviluppatosi originariamente in Francia grazie al contributo degli studiosi della littérature comparée, per i quali divenne il metodo caratterizzante a partire dal libro di Jean-Marie Carré, Les écrivains français et le mirage allemand, 1800-1940 (1947) e dal capitolo conclusivo del manualetto di Marius-François Guyard La littérature comparée (1951). Nonostante la critica sollevata da parte dei teorici del New Criticism – si ricorda il verdetto di René Wellek contro gli argomenti ritenuti extra-letterari nel suo celebre discorso The Crisis of Comparative Literature a Chapel Hill nel 1958 – gli studi imagologici si moltiplicarono, oggi quasi abbondano, e sono diventati un caposaldo della metodologia comparatistica. Di recente Nora Moll ha fornito una sintesi, illustrando in primo luogo la scuola francese passando dalla tradizionale osservazione delle caratteristiche nazionali alle analisi delle images e mirages contenuti nei testi letterari di Hugo Dyserinck e alla prospettiva più comprensiva dell’imagerie culturelle di Daniel-Henri Pageaux del 1983. Moll spiega poi le posizioni teoriche di Earl Miner, che apre il campo alle comparazioni tipologiche fra le letterature orientali e occidentali, e di Dyonisz Durisin che passa dallo studio delle relazioni interne in una letteratura nazionale ai legami intercontinentali nel processo letterario. Infine Moll tiene anche conto dell’inversione delle prospettive immaginarie nel segno degli studi (post)-coloniali e degli studi sulla migrazione (Moll 1999).

L’introduzione agli atti di una tavola rotonda in occasione del congresso dell’ailc/icla a Edmonton (1994): L’immagine dell’altro e l’identità nazionale: metodi di ricerca letteraria presenta i preliminari di un manuale, in via di formazione, accompagnato da una Bibliography of Research Methods in Literary National Characteristics curato da Manfred Beller. Nella prima parte vengono elencati gli strumenti bibliografici e le opere collettive o raccolte di saggi che documentano i tanti simposii e congressi sui più svariati aspetti e problemi imagologici. Ma raramente un autore o curatore ha il coraggio di avventurarsi in una visione d’insieme, e questo con buone ragioni, perché gli studi imagologici rendono indispensabile l’impegno interdisciplinare. Nelle sei parti successive sono raccolti libri e articoli su teorie e concetti nelle scienze letterarie e in altre discipline, ad esempio, sociologia, etologia, psicologia sociale, studi unilaterali nelle identità, mentalità e caratteristiche di singole etnie, nazioni e culture, studi sulla reciprocità delle immagini fra due o più nazioni europee o nordamericane, prospettive dell’esotismo letterario europeo, del colonialismo e dei nazionalismi emergenti in America Latina, Africa e Asia nel segno del postcolonialismo, argomenti specifici di ricerca antropologica ed etnologica, studi di fisiognomica, studi sul clima, analisi delle immagini nel campo linguistico, nei libri scolastici e nella letteratura per bambini e giovani, infine le questioni della percezione dell’altro nella letteratura di viaggio e dell’assimilazione dei migranti in cerca di nuove espressioni interculturali linguistiche e letterarie.

La vastità degli aspetti e dei metodi scientifici con riferimento ai tanti fattori che convergono nella formazione dell’immagine che un uomo si fa dell’altro, un gruppo sociale dell’altro, un popolo dell’altro, una razza dell’altra, rispecchia lo sviluppo del nostro sapere sull’intricato rapporto fra gli uomini e le loro reazioni vicendevoli. La prospettiva interdisciplinare risponde alla variegata multiculturalità. Le lingue e le letterature seguono, rispecchiano e influenzano l’evoluzione dell’intreccio sociale, internazionale e interculturale. Il caso classico partendo dal quale gli studiosi delle letterature comparate hanno sviluppato per primi gli strumenti dell’analisi imagologica, è il rapporto tra Francia e Germania. Lo scambio reciproco degli eterostereotipi negativi corrispondenti ai rispettivi autostereotipi positivi fra scrittori tedeschi e francesi risale al lontano Medioevo, si rafforzò col nascente interessamento per la propria natio tra gli umanisti e culminò già nel Settecento, ad esempio nelle caricature caratterizzanti dei tedeschi nel Candide di Voltaire e nella figura presuntuosa del nobile francese nella commedia Minna von Barnhelm di Lessing, analizzati da Gonthier-Louis Fink (1983). Nel 1813 avviene la svolta dell’immagine francese della Germania col libro De l’Allemagne di Mme de Staël verso l’idealizzazione romantica dello spirito tedesco che dopo la sconfitta di Sedan e la presa di Parigi dalle truppe prussiane (1870-1871) subisce un durissimo rovescio rispetto alla precedente illusione. La travagliata storia dei malintesi stereotipati tra le due nazioni nutrì un crescente sciovinismo patriottico che sfociò nella prima guerra mondiale, analizzato da Michael Jeismann nelle sue testimonianze letterarie, Das Vaterland der Feinde. Studien zum nationalen Feindbegriff und Selbstverständnis in Deutschland und Frankreich 1792-1918 (1992) e spiegato ripetutamente al grande pubblico in mostre come, Marianne und Germania 1789-1889. Frankreich und Deutschland. Zwei Welten – eine Revue, curata nel 1996 da Marie-Luise von Plessen. I comparatisti francesi hanno studiato questo rapporto a partire dai saggi di Fernand Baldensperger; al sopramenzionato libro di Carré seguirono gli studi di André Monchoux, L’Allemagne devant les lettres françaises (1953) e di Claude Digeon La crise allemande de la pensée française de 1871 à 1914 (1959).

Per considerare le molteplici prospettive di studio in questo campo si può qui solo rimandare alle rispettive bibliografie che riportano le migliaia di monografie e saggi concernenti immagini e stereotipi bilaterali e multilaterali fra tutti i popoli e paesi pensabili. In Italia Arturo Graf si è interessato per primo di gallomania, gallofobia e anglomania nel Settecento. Più tardi Arturo Farinelli si è occupato dei giudizi che intercorrevano tra l’Italia e le altre culture europee. Entrambi seguivano il modello positivistico della cosiddetta psicologia dei popoli (Völkerpsychologie), come espresso anche in un celeberrimo articolo di Paul Hazard, La psychologie du peuple italien pronunciato nel 1933 nell’Accademia di Francia. Scrittori e studiosi degli altri paesi europei e americani prestano già da tanto tempo molta attenzione all’immagine dell’Italia e alle caratteristiche stereotipate degli italiani soprattutto nell’analisi della letteratura di viaggio. Si accenna qui ai diversi metodi solo in riferimento al caso esemplare dei viaggiatori tedeschi in Italia. Ludwig Schudt, esperto di odeporica, ha analizzato in particolare i motivi e i topoi contenuti nei rapporti di viaggio (Schudt 1959). Gli atti di tanti convegni raccolgono saggi su singoli autori e sulla loro visione del paese visitato (cfr. Haitmann, Scamardi 1993; Fink 1994). La reciprocità degli stereotipi fino ai nostri giorni viene invece illustrata nello studio di Manfred Beller Le Metamorfosi di Mignon. L’immigrazione poetica dei tedeschi in Italia da Goethe ad oggi (1987). Studiosi francesi e italiani hanno tracciato le caratteristiche dell’italiano dentro e fuori Italia nei volumi dell’enciclopedica Storia d’Italia pubblicata da Einaudi negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, ma le particolarità imagologiche si rilevano maggiormente in alcuni contributi come in quelli di Cesare de Seta L’Italia nello specchio del ‘Grand Tour’” (1982), nei diversi saggi di Giulio Bollati e nei contributi di Elisabeth e Jörg Garms che mettono in rilievo la città degli antichi, degli umanisti e della chiesa cristiana (Garms, Garms 1982), un argomento al quale Arturo Graf aveva dedicato un intero volume già nel 1923.



Alterità, Carattere nazionale, Cliché, Das Eigene vs. das Fremde, IIK Bayreuth (Institut für Internationale Kommunikation und Auswärtige Kulturarbeit), Eterostereotipo, Fremdheit, Habitus, Identità, Imago, Immagine, Interculturalità, Interkulturelle Lebensläufe (Identità transnazionali), Nazionalismo, Psicologia dei popoli, Razzismo, Stereotipo, Volksgeist.



http://www.ditl.info/lex/lexico.php?term=2256

http://www.spz.tu-darmstadt.de...imagologie.htm

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