Out of focus: Photography
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Documento del reale, custode di memoria, potente strumento dell'arte moderna. La rassegna Out of Focus: Photography, è un importante momento culturale per riflettere su queste tematiche. In questa mostra si rifuggono il "classico" tema conduttore o la ricerca di abbinamenti forzati per presentare, tout simplement, una serie di immagini scattate da 38 fotografi uniti solo dal loro talento e dalla comune volontà di esplorare, ognuno a modo suo, metodi innovativi di scattare foto memorabili.

Gli artisti provengono da 14 Paesi diversi, dalla Gran Bretagna alla Germania, dagli Stati Uniti al Sudafrica, dalla Turchia al Benin. L'approccio, il metodo e le tecniche usate sono altrettante diverse. Ci sono i monumentali paesaggi luminosi e intrisi di colore di David Benjamin Sherry, che sono un'ode alla maestosità della natura, un inno alla bellezza delle montagne, degli alberi, delle scogliere e del mare. E accanto ci sono i brillanti ritratti di Kary Grannan, stampati su cotone e montati su plexiglas, di un realismo cosí crudo da essere a volte brutali per come sottolineano ogni imperfezione e ogni ruga, ma sempre profondi e intensi: ogni ritratto racconta una storia.

La tradizione del collage fotografico è esplorata in modo molto diverso dagli artisti. John Stezaker, ad esempio, esplora le possibilità della fotografia, creando icone ibride attraverso la sovrapposizione di collage che attingono alle immagini-chiave della nostra cultura. L'artista prende ritratti di uomini e donne in bianco e nero di stile hollywoodiano, li taglia e li sovrappone ad altri creando immagini distorte e sorprendenti che molto devono al Surrealismo. Sohei Nishino con pazienza certosina invece incolla migliaia di piccole foto di citta' come Parigi, Tokyo e New York per creare grandi diorama che da lontano sembrano una foto unica e solo da vicino rivelano la loro complessità. Michele Abeles crea collage con foto di nudi, mentre Marlo Pascual strappa a metá ritratti-fototessera giganti, creando un effetto inquietante. Daniel Gordon invece crea ritratti-collage distorti che obliterano l'identità della persona fino a renderla irriconoscibile.   

 

 

 






Saatchi Gallery, Londra