TESTI

Michele Cometa :: Non Finito: Gramsci’s Infrapolitical Writing

Texas A&M University | Department of Hispanic Studies :: 5 aprile 2016

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Fotografia remota. Note sulla straordinaria normalità dell'oggi fotografico

Valentina Mignano

 

La rivoluzione digitale ha modificato antropologicamente le modalità della nostra visione, e una quantità incredibile di individui ostende aspetti più o meno pertinenti della propria esistenza all'interno dell'arena del dilagante esibizionismo da social network, ma all'interno di questa "allucinazione consensuale condivisa" è ancora possibile aggiungere dei tasselli alla nostra comprensione dell'umanità?

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Phlit :: Répertoire de la Photolittérature ancienne et contemporaine

 Répertoire de la Photolittérature ancienne et contemporaine. Etudes interdisciplinaires sur la littérature et la photographie. http://www.phlit.org/  

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Per una fenomenologia delle crisi organiche. Dalla rivoluzione passiva fordista al comunismo del capitale

Pietro Maltese

Questo intervento ha l’obiettivo di mettere in rilievo la nozione di crisi organicaa partire dalla riflessione carceraria di Antonio Gramsci. Essa si rivela esemplare di una maniera di svolgere il tema della crisi nella prima metà del XX secolo tutto sommato estranea, sebbene riagganciabile, al pensiero ed alla cultura della crisiche allora tormentavano alcune tra le migliori intelligenze della vecchia Europa. Offre, altresì, categorie fungibili nell’oggi in ragione di una metodologia di analisi dei fatti sociali che non ha perso, a parere di chi scrive, freschezza e vitalità.

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Eva Magyarósi: essere al mondo

Ivana Margarese

Eva Magyarosi (Budapest, 1981) è una giovane artista visuale ungherese, che ha avuto un considerevole successo internazionale con i suoi film Hanne (2005) e Lena (2010). 
Recentemente il museo MŰCSARNOK di Budapest le ha dedicato una personale ospitando i suoi lavori grafici, pittorici e il suo nuovo film, dedicato nella prima parte alla memoria del padre. La seconda parte invece dal titolo Invsible Drawings stabilisce un dialogo con l'arte di Emil Nolde, protagonista dell'opera di Siegfried Lenz, Lezione di tedesco. In questo articolo Ivana Margarese illustra il concept e le peculiarità artistiche.

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Movescapes. Geografie del movimento fra spazio e rappresentazione

Chiara Giubilaro

Se il mondo diventa un immenso luogo di passaggio, uno spazio segnato e significato dai percorsi di chi lo attraversa nei suoi spostamenti, la geografia culturale non può sottrarsi alle sfide che la mobilità e i suoi corollari le impongono. Perché la geografia non perda il suo contatto col mondo e non divenga un sapere anacronistico, è necessario allora costruire una teoria del movimento che non soltanto si affianchi agli oggetti tradizionali del suo sapere ma che li perturbi dall’interno, che ne destabilizzi le categorie, riscrivendone definizioni e rapporti. Per ripensare lo spazio e il movimento c’è un solo punto da cui si possa cominciare: il corpo. Anzi, i corpi.

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La critica radicale tra previsione concreta e regolazione capitalistica. Considerazioni sull’efficacia specifica del movimento del ’77 nel processo di affermazione della “società dello spettacolo”

Danilo Mariscalco

L’analisi delle “espressioni” culturali delle riconfigurazioni del modo di produzione capitalistico, autorizzata da ogni “scienza della cultura” educata sulle elaborazioni di Antonio Gramsci e Walter Benjamin, ovvero sulle pratiche teoriche che hanno abolito, all’interno della “critica delle ideologie” marxista, le schematizzazioni meccanicistiche dell’inflazionato “rapporto” intercorrente tra produzione materiale e produzione culturale – il cui determinismo, seppur mediato dalla parziale correzione del principio dell’ultima istanza engelsiano, è forse suggerito dalla stessa metafora architettonica proposta da Marx – si avvale di ulteriori attestati di fecondità nel “caso”, in questa occasione argomentativa parzialmente esposto, dell’affermazione del regime di accumulazione post-fordista.

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Subalternità e inchieste sociali in Italia: prime ipotesi di lavoro

Fabrizio Fasulo

La tematica relativa ai gruppi sociali subalterni trova all’interno degli scritti carcerari gramsciani una ben specifica collocazione. All’interno dello “speciale” Quaderno 25, composto sul declinare del periodo creativo della detenzione, nel 1934, trovano infatti posto otto note: si tratta di testi di seconda stesura (testi C), riscritture di 13 precedenti annotazioni contenute nei quaderni 1, 3 e 9. Il primo dato significativo consiste dunque nella destinazione, da parte di Gramsci, di precedenti riflessioni inerenti alla questione dei gruppi subalterni ad uno specifico quaderno speciale.

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To perform is to transform: la performance come atto di trasformazione della realtà.

Anna Serlenga


Nei Cultural Studies, e in moltissimi altri campi della conoscenza, i termini teatro e performance sono stati oggetto di una profonda e proficua trasformazione: da oggetti scientifici si sono fatti metodo; da discipline modelli interpretativi. Come sostiene Erika Fischer-Lichte questa propensione del teatro e della performance a farsi modello euristico non è un fenomeno contemporaneo, ma conosce negli anni ’70 del secolo scorso un notevole incremento.

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Rivisitazioni artistiche con mashup

 Valentina Mignano

Ri-immaginare grandi capolavori pittorici del passato, chiedersi "come sarebbe oggi La ragazza con l'orecchino di perla?", l'artista austriaca Dorothee Golz ha concepito una riflessione digitale sul concetto di "rivisitazione in chiave attuale", effettuando un mash-up di antico e moderno che parte dai personaggi presenti nelle opere più note della storia dell'arte occidentale e termina con la tecnologia.  

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Lo spazio nel cinema Zombie

 Alfonso Pinto

Il cinema Zombie è un sottogenere cinematografico dalle caratteristiche assai singolari. A metà fra horror, fantascienza, catastrofe e apocalisse, per lunghissimo tempo è stato relegato nei margini del b-movie. Lo scopo di questa trattazione, tuttavia, non è quello di riflettere sulle diverse estetiche cinematografiche. La speranza è che ciò che seguirà sia capace di offrire un piccolo contributo ad un filone di ricerca che da poco più di un decennio unisce la settima arte e gli studi geografici. La prospettiva sarà dunque legata allo spazio, e a come esso viene rappresentato, trattato e creato da un prodotto culturale specifico. Qual è il ruolo dello spazio nel cinema Zombie? Cosa questi prodotti culturali possono dirci a proposito del territorio?

 

  

  

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