Graduate Conference :: Lingua orale e parola scenica :: Risorsa e testimonianza
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Graduate Conference :: Lingua orale e parola scenica :: Risorsa e testimonianza

Università di Pavia :: 10 | 11 novembre 2016


Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia, e in particolare la Sezione di Lingue e Letterature Straniere, in collaborazione con il Collegio Ghislieri, presenta la terza edizione della graduate conference puntando l’attenzione sul ruolo della lingua nell’articolato rapporto fra oralità e performance.

La parola teatrale si presenta per sua natura come parlata, sebbene in molti casi la sua origine sia letteraria: il suo medium è costantemente orale, ma la sua concezione variabile. Questo scarto, insieme all’ulteriore passaggio che vede i testi drammatici spesso conservati in forma scritta, costituisce la fondamentale premessa per una complessa rete di potenzialità espressive per gli artisti e di sfide per i ricercatori.

Sul piano semiotico è evidente la peculiarità di discorsi che hanno emissari e interlocutori sul palco, ma anche ulteriori emittenti “dietro le quinte” e destinatari nel pubblico; ponendo l’accento sulla distinzione fra oralità e letteratura, è possibile notare che il parlato dei personaggi è in realtà spesso recitazione di uno scritto, che può a sua volta derivare da una tradizione orale, così come alla ricezione degli spettatori-ascoltatori si può assommare quella di chi legge un copione manoscritto o a stampa.

All’incrocio fra parlato-recitando, parlato-parlato e parlato-scritto (o piuttosto, in questo caso, trascritto), le parole pronunciate in scena spesso attingono alle risorse di una cultura orale e al tempo stesso ne danno una preziosa testimonianza, che peraltro viene frequentemente fissata, in contraddizione con la sua natura, scrivendola.

L’intreccio verbale è documento di tutto questo processo, artistico e accidentale, e pertanto la sua analisi può gettar luce sia sul ruolo dell’oralità nella creazione drammaturgica sia sul testo teatrale come raro lascito di lingue e culture totalmente o prevalentemente orali.

Nell’ottica di una discussione auspicabilmente tanto ampia per prospettive e riferimenti quanto specifica nell’esaminare il rapporto fra oralità e scena, saranno benvenuti alla graduate conference contributi che affrontano questa tematica nei contesti culturali e con i punti di vista disciplinari più vari.


Fra le possibili linee di indagine si segnalano:

● testi drammatici o comunque nati per la performance come testimonianze scritte – e pertanto problematiche – di oralità perdute, quali quelle del mondo antico o del medioevo europeo;


● marche dell’oralità che permettono di riconoscere (o, per la loro assenza, di negare) l’origine orale di un’opera letteraria destinata o approdata alla scena;


● teatro come eccezionale espressione “letteraria” di lingue sostanzialmente orali (dialetti, per esempio) o create appositamente per la performance;


● traduzioni che si propongono di (ri)creare e (ri)scrivere l’oralità per la scena in un diverso contesto.


Laureati, dottorandi e dottori di ricerca interessati a partecipare sono invitati a inviare, entro il 30 giugno 2016, un abstract di 300 parole e un breve curriculum scientifico all’indirizzo: graduateconference.unipv@gmail.com






call for papers (ita)

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